A.M.O.R.E
Lettura in profondità. Codice Tondo e Alfabeti Multipli
Indagando sul processo percettivo del carattere, Pino Tovaglia inizia a lavorare al “Codice Tondo” già dal 1959 realizzando alcune opere che ottiene attraverso la sovrastampa di lettere di una parola per ottenere una lettura in profondità piuttosto che lineare. Utilizza lastre di materiale trasparente che unisce per creare delle grandi tavole con parole impilate sotto la prima lettera. Una tecnica e una logica che diventano la base per l’ideazione della copertina che realizza nel 1961 per la rivista Graphis N°103.
Sono proprio le lettere e la loro disposizione nello spazio a creare la copertina. In questo caso, la fruizione della composizione viene facilitata anche dall’aspetto materico infatti Tovaglia utilizza textures e materiali diversi: per il fondo usa l’asfalto naturale mentre per la scritta sceglie la carta velina rossa, spessore la cui semitrasparenza facilita la lettura in profondità.
Il percorso sperimentale non si ferma e la ricerca si concentra sulle lettere che compongono la parola AMORE, verso un lavoro a metà tra arte e grafica materica. Se in passato l’attenzione per il processo percettivo del carattere era dedicato per lo più allo spazio bidimensionale, con il progetto AMORE Tovaglia vuole invadere anche la terza dimensione.
Sfruttando i cinque caratteri A-M-O-R-E, in una prima fase, interviene sullo spazio di fruizione e leggibilità ponendo l’attenzione verso la percezione non immediata della parola.
In un passaggio successivo, lo studio si concentra sulla struttura di ogni singola lettera, vista nel suo contorno e disegnata all’interno di un quadrato, che ha il fine di contenere tutte le cinque lettere contemporaneamente e sia in negativo che in positivo.
La ricerca, finora soltanto frontale, in un’altra fase ancora, vuole decifrare la profondità della composizione, risultato che Tovaglia ottiene disegnando lo spessore delle lettere come se fossero impilate l’una sull’altra, ne dà una visione laterale. La parola non è più identificabile, come dimostra il manifesto AMORE del dEDsign del 1967.
Lo studio si completa quando Tovaglia decide di dedicarsi alla forma tridimensionale, realizza cioè un modello in legno di lettere a incastro. Dal progetto bidimensionale studiato sia attraverso la visione frontale che quella laterale, crea una scultura che renda materialmente lo stesso effetto anticipato dalla carta.
Concretamente la parola AMORE è presente anche se visibile lungo la profondità, ma non è percepita attraverso un’unica essenza significativa. L’intento di Tovaglia dunque va oltre la lettura e la leggibilità, concede alla forma altri significati. La vicinanza alla teoria della Gestalt per la quale la forma sia qualcosa di diverso o qualcosa di più rispetto alla somma delle sue parti, si concretizza in maniera evidente nella scultura tridimensionale.
Questa lunga indagine sul processo percettivo viene presentata nell’ottobre del 1975 da Tovaglia alla mostra intitolata “Alfabeti” al Mercato del Sale di Milano. Cos’è una lettera dell’alfabeto? Questo è il tema che viene indagato attraverso i caratteri di AMORE. E non solo. Con gli Alfabeti Multipli Tovaglia dimostra come le lettere possano venir private del loro significato e attraverso la presentazione di un alfabeto-non-alfabeto.
Lo realizza graficamente dalla desemantizzazione dei caratteri: lo ottiene lavorando sul vuoto fra le lettere, sul contrografismo, creando strutture compositive senza significato semantico ma la cui struttura parte dalle lettere (il grafismo) stesse, cioè la materia base della progettazione grafica.
Lo studio durato anni, sulla leggibilità del carattere, va verso il superamento stesso della leggibilità e assume dunque aspetti puramente creativi, svincolati da scopi funzionali d’applicazione, verso piuttosto una ricerca autonoma. Si sente, in questo lavoro di Tovaglia, tutta l’influenza delle ricerche, sempre più diffuse in questi anni, della poesia visiva, o nuova scrittura tendente alla cancellazione delle lettere e delle parole pur mantenendo la loro leggibilità, dunque teorie sempre più vicine al suo credo tipografico-visuale.
Se alla base delle sue scelte, l’elemento razionale sempre si è confrontato con le esigenze di ordine funzionale, la ricerca poetica ora ha seguito processi a favore dell’espressione. Lettere e caratteri, dimostra Tovaglia, hanno un’espressione plastica, la tipografia è comunque immagine, può essere anche illeggibile e coinvolgere in una dinamica nuova, in un nuovo linguaggio, dato da un nuovo alfabeto.
Il 25 maggio 1981 “A-M-O-R-E” viene presentato alla Galleria Schubert come “Monumento della Fraternità” un dono dell’Italia al Consiglio d’Europa.
Un monumento in marmo di Carrara per l’Europa da Milano viene trasportato a Strasburgo e installato nei giardini della sede del consiglio d’Europa. Passando prima da Roma dove ha ricevuto la benedizione di papa Giovanni Paolo II.
Il Comitato d’onore è composto da Mario Zagari vicepresidente del Parlamento Europeo e Carlo Tognoli sindaco di Milano. Il Comitato promotore dagli architetti Ludovico Belgiojoso, Achille Castiglioni e Marco Zanuso. Inoltre, professor Guido Artom, il maestro Luciano Berio, il professor Gillo Dorfles, la signora Inge Feltrinelli, il professor Giuseppe Galasso, il presidente della Lega Nazionale Cooperative Onelio Prandini, i dottori Piero Marzotto, Gianni Patriarca, Neri Pozza, Giorgio Strehler, Carlo Telara.
Nell’ ottobre-novembre del 1973 Pino Tovaglia espone le sue opere alla XII Biennale di San Paolo in Brasile nella sezione “Artisti Italiani d’oggi”. Le tavole sullo studio del CODICE TONDO sono conservate nell’archivio storico.